Milano città sempre più pet friendly, seguendo le tendenze che negli ultimi anni dominano nei social e non solo. Testimonianza di una società che ha a cuore in misura sempre crescente la grande importanza che gli animali, e la natura più in generale, possono avere nella nostra vita.
Proprio in questo spirito la nostra città ha accolto con grande affetto l’arrivo della dottoressa Monica Pais e della sua dolcissima pitbull Palla il 12 novembre scorso.
Ritorna LeggoBlog, dedicato a chi vuole leggere l’articolo… senza leggerlo! Un po’ come un AUDIOLIBRO. E oggi tutto dedicato a piccoli momenti sexy vissuti da inconsapevoli signore milanesi!
Uno scrittore milanese non deve necessariamente parlare di Milano nelle sue opere. Anzi il fatto di avere gli “occhi aperti su altri luoghi” può essere proprio l’espressione di un atteggiamento di apertura globale che oggi più che mai caratterizza la nostra città.
Sembra di essere al mare, se si ha un occhio un po’ attentino, qui a Milano. Non sto parlando di clima vacanziero, ma di tendenze e routine vecchie o nuovissime, di cui siamo tutti un po’ protagonisti o vittime, a seconda del punto di vista.
Due ruotine
Nelle località balneari è da sempre disponibile ogni diavoleria su ruote o rotelle, per la gioia di famiglie bambinimunite: risciò, tandem a tre posti, superpattini, skateboard… e proprio dalle mani dei bambini, oggi viene strappato un nuovo trend, non marittimo ma metropolitano, molto childish e very motorizzatissimo. Il monopattino elettrico. I protagonisti di questa micromobilità sfrecciano ovunque e non sfoggiano, come ti aspetteresti, il classico stile da turista sciabattato. Questi allegri circolatori sono super trendy, lookatissimi, in testa a tutti i giovani businessmen, con completo monocolor e zainettochic d’ordinanza. E con qualche sfumatura di hipster. E chi non sfreccia? Si sente più che mai a Milano come al mare. Lasciato il businesslook ai monopattinatori, sono innumerevoli i cittadini che vivono nell’equivoco di credersi sulla battigia più che su un urbano marciapiede.
Canottierati & tatuaggi mantecati
Forti dei discorsi da ascensori, quelli in cui le mezze stagioni sono più rare degli unicorni, i milanesi dai piumini passano d’un sol balzo a un look da Isola dei Famosi. Un contagio diffuso più della peste del Manzoni: ognidove si avvistano ciclisti, pantaloncini, shorts, top, canotte e canottieroni, ciabatte, ciabattine e zatteroni… per non parlare dell’epidemia di mollettoni extralarge, sulle teste femminili.
Sur la côte può essere un simpatico sintomo di villeggiatura, in città sembrano evaporati i fondamentali del vivere insieme sotto gli stessi grattacieli. Esempi? I gran canottierati; la cui ascella vigorosa è olfattivamente valorizzata sui mezzi pubblici, forse perché temono di essere poco ecosostenibili casomai usassero un surplus di acqua per la detersione. O ancora i portatori sani di abitini o camicette in poliestere, inconsapevoli della perniciosa capacità di questi capi di aromatizzare l’aria.
E che dire poi dei tatuaggi mantecati? Magnifica definizione offertami dal mio amico Massimo, che ravvisa qua e là in città graffiti epidermici assai usurati, indossati per lo più da carni non proprio al top della tonicità.
Dall’insalatona al gelatochic
A Milano c’è aria di mare anche in tavola. È il momento di sfoderare “l’insalatona omnicomprensiva”, dove ci infili qualunque eterogenea minuteria alimentare.
Ed è la stagione delle insalate di riso e delle gelideinsalate di pasta preparate coi temibili CONDITUTTO, che già il nome è un programma: mix di oggetti alimentari poco compatibili, che mai si fondono in un’armonia di sapori. Ma il top di gamma sono le gelaterie, che spuntano in giro più dei tatuaggi, mantecati e non: notato quanti gusti siano in grado di sfoderare? Dal Nutellone al Cookie, dalla meringata nocciolata alla lemonpanna, dal Puffo Brontolone allo zola glacé. Maxi idee, ma mini sapori: perché le creme sanno di crema, le frutte sanno di frutta. Stop.
E sapete qual è la prova del 9 per un milanese DOC? Invitato a cena in terrazzo, ecco come rivela la provenienza Milano Dowtown e non Misano Adriatico: non porta mai agli ospiti il gelato nella varietà gusti classici, tipo crema e cioccolato, ma quelli destinati a farsi notare come il pistacchio di Bronte che prima è passato da Agrigento, il caramello al sale e alla curcuma, il nero di seppia di Capri… A quel punto, sulla terrazza degli amici, sembra di sentire persino la risacca. Sarà mica quella dei Navigli in odor (e che odor) di riapertura??
ps Questa è la prima puntata di Leggoblog: un’idea dedicata a chi vuole leggere l’articolo… ma senza leggerlo, un po’ come gli audiolibri, oggi tanto acclamati!
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